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  • Immagine del redattoreValeria Gereschi

Maneki Neko: il gatto portafortuna!

Chiunque abbia visitato un ristorante o un negozio asiatico, probabilmente avrà sorpreso a salutarlo la statuetta di un gatto appollaiato sul registratore di cassa o dietro il bancone. Questa, nota come Maneki Neko, (letteralmente “Gatto che chiama” in giapponese) è un portafortuna molto popolare nelle culture nipponica e cinese, realizzato basandosi sulle fattezze del Bobtail giapponese, razza di gatto originaria dell’isola. Tipicamente costruito in porcellana, rappresenta la prosperità economica e la fortuna, ragione per cui è diventato nel tempo un simbolo molto amato dagli imprenditori che sperano di ottenere ricchezza tenendo questo talismano nel proprio esercizio.

Nonostante sia quasi impossibile risalire all'esatta origine del Maneki Neko a causa delle innumerevoli leggende riguardanti questa misteriosa figura, si sa per certo che sia originario del Giappone, presumibilmente del periodo Edo (1603-1868), anche se la sua esistenza divenne più documentata e ampiamente conosciuta durante il periodo Meiji (1868-1912).

Una delle leggende più popolari, riguardante l’origine del Maneki Neko, è ambientata nel tempio Gotokuji a Setagaya, nella parte occidentale di Tokyo: questo tempio, in origine in rovina, era custodito da un vecchio monaco e dal suo gatto. In un giorno di pioggia il micio, accovacciato sul ciglio della strada, vide passare davanti al tempio Ii Naotaka, samurai dello Shōgun Tokugawa Ieyasu; così, sollevando una zampa all'orecchio, lo invitò ad entrare nel tempio per trovare riparo. Poco dopo si scatenò una violenta tempesta e il militare, essendo riuscito a scampare alle intemperie, decise di sdebitarsi con il monaco, e soprattutto con il suo gatto, facendo di quel tempio il suo tempio di famiglia. Da quella notte in poi, il tempio di Gotokuji prosperò sotto il patrocinio di li Naotaka. Secondo un’altra leggenda, il Maneki Neko trova le sue origini a Imado, nella parte orientale di Tokyo: un’anziana donna di questo comune fu costretta a vendere il proprio gatto perché troppo povera per mantenerlo. Dopo averlo ceduto, iniziò a sognare il micio che le diceva di produrre statue in argilla a sua immagine e di venderle. Così fece e in poco tempo divenne molto ricca.


Oggi il Maneki Neko è disponibile in diverse varianti di dimensioni, colore e significato. La variazione più evidente è rappresentata dal colore, usato per rappresentare diverse forme di fortuna. L'ornamento più popolare è il gatto tricolore (calico), considerato particolarmente fortunato, convinzione correlata alla rarità di questa colorazione nel Bobtail giapponese. Insieme alle variazioni di colore, il gesto del gatto gioca un ruolo fondamentale nella tipologia di fortuna portata dal Maneki Neko: le figure possono presentare la zampa sinistra (forma più comune), la zampa destra o entrambe le zampe sollevate. Secondo la tradizione, la zampa sinistra sollevata porta clienti, mentre la destra ricchezza e buona fortuna. Tipico del Maneki Neko è, inoltre, il grande ornamento a forma di moneta d'oro che pende al suo collo. L'oggetto, chiamato koban, rappresenterebbe la ricchezza sotto forma di oro, la valuta più preziosa utilizzata durante l'era degli shōgun.


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